Nel Midràsh si narra un episodio accaduto nell'arca, la Tevà, mentre questa vagava sulle acque durante il diluvio universale. Nòakh (Noè), che aveva il compito di nutrire gli animali, un giorno portò troppo tardi il cibo al leone: questi, affamato, lo colpì e Nòakh rimase zoppo.

Tuttavia, ciò non fece sì che Nòakh perdesse la pazienza e smettesse di assolvere al suo compito. Il giorno dopo continuò a nutrire tutti gli esseri viventi dell'arca, anche coloro che non dimostravano l'apprezzamento per la sua opera.

Qui si nasconde una lezione di vita per ognuno di noi.

Così come Nòakh era un superstite dal diluvio, ciascuno di noi è un sopravvissuto al diluvio terribile dell'ultima generazione.

Nello stesso modo in cui Nòakh ricevette l’istruzione Divina di dare il cibo agli animali, ognuno di noi ha l'obbligo di nutrire, con cibo spirituale, gli ebrei in tutto il mondo.

La Torà afferma che Nòakh era un uomo giusto, e aveva anche il merito di essere stato scelto come colui che avrebbe salvaguardato la continuità dell'umanità. Nonostante ciò, vediamo che esce dall'arca con una ferita.

Anche questo è un esempio per tutti noi: a volte ci troviamo davanti a degli ostacoli che impediscono lo svolgimento della nostra missione. La Torà ci dice, quindi, che dobbiamo imparare da Nòakh a non fermarci, nemmeno quando un leone ci si mette davanti.

Ricordiamo che non abbiamo il permesso di "tardare il nutrimento" di nessuna persona e, nonostante le difficoltà che ci vengono incontro, non possiamo dimenticare il prossimo sopravvissuto.

 
A cura di rav Shalom Hazan, basato sulle opere del Rebbe di Lubavitch



 

Pubblicato lunedì 1 agosto 2011 alle 05:32:56