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Compagni di viaggio

I giganti non vollero chiedere a Noè di entrare nell’arca. Essi confidavano nella smisurata statura di cui erano dotati, ed erano convinti che le acque sarebbero arrivate, al massimo, fino al loro collo.

Ma D-o rese le acque più profonde e così bollenti che i piedi dei giganti si bruciarono ed essi morirono, oltre che per annegamento, anche per il calore.

Un unico gigante restò in vita: Og. Si salvò perché si era seduto su un piolo della scala che portava all’arca. Così certo non poteva affogare, ma era tormentato dalla fame. Allora diede la sua parola a Noè ai suoi figli che sarebbe stato per sempre loro servo, se lo avessero salvato dalla morte per fame.

Cosa fece Noè? Produsse un foro nell’arca e, attraverso quello, ogni giorno gli passava il pasto.

Oltre al gigante Og ci fu anche un altro essere che non poté entrare nell’arca: il toro selvatico. A causa della sua enorme corporatura non poté entrare nella chiglia: allora Noè lo legò all’arca per le corna (Pirké di Rabbi Eli’ezer 123).


Fonte: CyberDrashà, 2001

Pubblicato venerdì 29 luglio 2011 alle 09:40:40

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