Shalom: Dove ci sono gli ebrei, ci sono i Chabad
Federica Valabrega
Il numero di dicembre del Shalom dedica una pagina al convegno dei emissari di Chabad.
Quattromila emissari del rebbe, provenienti da 76 paesi, si incontrano una volta all’anno per discutere di Torà ed educazione.
la luce del sole che entra dalle finestre illumina i cappelli neri e le barbe bianche. Passeggiando per i corridoi si sentono dialetti Yiddish dalle mille sfumature. uomini in cappotti scuri discutono d’affari al cellulare gesticolando in tutti gli angoli della sala a tutte le ore del pomeriggio. da un momento all’altro il vociare diminuisce e i cappelli neri si dileguano nelle aule di lezione: tra gli argomenti, in molti seguono lezioni su come preparare i sermoni o come rafforzare le proprie comunità chabad o ascoltano discordi di testimoni su delle istruzioni trasmesse dal rebbe ai propri emissari riguardo la gestione del rapporto tra la loro vita privata e quella pubblica. a primo avviso questa può sembrare solo una conferenza, invece è molto di più: è un incontro tra amici che non si vedono se non una volta l’anno, ma quando lo fanno è un convivio di “energia positiva che arriva alle stelle,” come dice uno dei partecipanti raleigh resnick il direttore dell’organizzazione chabad della tri valley a Plesanton, california.
Quattromila ebrei di 76 paesi si sono riuniti nella brooklyn ortodossa di crown Heights nella prima settimana di novembre per la conferenza annuale dei chabad lubavitch. “vengo qui una volta l’anno per ricaricare le pile e ritrovare l’entusiasmo per continuare ad andare avanti a trasmettere i precetti del Giudaismo tra ebrei che sembrano aver perso le proprie radici,” ha detto resnick. ognuno viene qui con un’idea diversa, dice rav shalom Hazan dei chabad di monteverde di roma che è qui per confrontarsi invece con altre chabad sul campo dell’educazione e sulla mistica ebraica visto che a roma insegna queste materie al liceo renzo levi. “durante questa conferenza si conoscono ogni anno persone nuove con idee e progetti diversi,” ha detto rav Hazan. “ma, spesso la cosa più bella è condividere degli insegnamenti con parenti che non si vedono da anni come con i miei cugini che vengono da shangai, dal texas e da odessa, ucraina.
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Pubblicato domenica 2 gennaio 2011 alle 17:30:59
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