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Sole e luna: una corona per due

Rav Shlomo Bekhor

La descrizione biblica della Creazione dei corpi celesti è solo una nota di poche righe nella Genesi: “D-o fece i due grandi luminari, il grande luminare per governare il giorno e il piccolo luminare per governare la notte, e le stelle”(Bereshìt 1, 16).

La prima frase di questo versetto implica che D-o ha creato due luminari di uguale grandezza.

Il termine grandi non si riferisce alle loro dimensioni vere e proprie, poiché le stelle (tranne quella chiamata Noga) sono molto più grandi della luna.

L’aggettivo indica, piuttosto, l’intensità della loro luce.

Poiché la luna è più vicina alla terra delle stelle, la sua luce è ovviamente più potente della loro (Radàk; Màlbim). Si noti che dapprima sia la luna che il sole vengono definiti i due grandi luminari, mentre in seguito la luna è detta il piccolo luminare.

Essa, infatti, si rifiutava di dominare il cielo e illuminare il mondo insieme al sole.

Hashèm la castigò, quindi, per la sua presunzione, riducendone considerevolmente le dimensioni (cf. Midràsh seguente).

Perché proprio nella frase seguente ci si riferisce a essi come “grande” e “piccolo”?

Rashì risponde a questa domanda con ulteriori dettagli ripresi dal Midràsh. Infatti, egli scrive che la luna e il sole erano stati creati come luminari potenti e di uguale grandezza; tuttavia, la luna obiettò il fatto di essere uguale al sole dicendo: «È possibile che due re debbano indossare la stessa corona?».

E così si lamentò con D-o nella speranza che Egli diminuisse la luminosità del sole.

Per la sua mancanza di umiltà e di gratitudine, la luna sperimentò ciò che desiderava accadesse al sole e venne ridotta da luminare abbagliante a corpo di debole chiarore.

Pertanto, la Torà si riferisce al sole e alla luna, dapprima come a due grandi luminari mentre, dopo la protesta della luna, li descrive come “grande” e “piccolo”.

Questo Midràsh ci insegna che ognuno dovrebbe essere soddisfatto di quello che gli è stato dato.

Alla fine, la luna ha imparato la lezione e D-o, per consolarla, le dona le stelle per aiutarla a illuminare il cielo notturno.

È risaputo che il popolo ebraico viene paragonato alla luna. Quando verrà il Mashìakh, sia la luna che il popolo ebraico saranno restaurati nella loro antica gloria: “E la luce della luna sarà come la luce del sole (Yeshayà’hu 30, 26). Con l’augurio che possiamo meritarlo e che avvenga presto.
 

Fonte: volume Bereshìt - Genesi, Mamash editore

Pubblicato domenica 24 luglio 2011 alle 10:02:56

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