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Nel cuore di Roma, si è svolto un evento che ha unito memoria storica e identità ebraica in un gesto simbolico di grande significato.
Al termine di un incontro emotivamente carico con le famiglie degli ostaggi israeliani, tenutosi nella sinagoga sefardita situata sotto il Tempio Maggiore, Rav Menachem Lazar, emissario di Chabad a Roma, ha assistito l’ambasciatore d’Israele in Italia, Jonathan Feld, nell’indossare i tefillin — per la prima volta dalla sua Bar Mitzvah, avvenuta oltre cinquant’anni fa.
Questo gesto ha rappresentato un profondo ritorno alle radici spirituali in un giorno di commemorazione nazionale.
Rav Menachem Lazar è una figura di spicco nella comunità ebraica di Roma, noto per il suo impegno nel rafforzare i legami tra la comunità ebraica e le istituzioni italiane.
La sua presenza nella capitale italiana è stata testimoniata anche da recenti incontri con rappresentanti diplomatici, come l'Ambasciatore italiano in Nigeria, Stefano De Leo, con il quale ha discusso temi di dialogo interculturale e cooperazione internazionale.
Il gesto di Rav Lazar e dell'ambasciatore Feld si inserisce in un contesto di dialogo e cooperazione tra le diverse comunità ebraiche e le istituzioni italiane.
In un giorno carico di significato storico, questo momento ha rappresentato un simbolo di speranza e di connessione profonda con le radici spirituali e culturali ebraiche. La scelta di indossare i tefillin in un luogo sacro come la sinagoga sefardita di Roma ha sottolineato l'importanza di mantenere viva la tradizione e l'identità ebraica, anche in contesti di commemorazione e riflessione storica.
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