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Il Messaggero: La Capanna della Pace a piazza Farnese

Piazza Farnese come Briant Park a New York per la festa di Sukkot (capanne), per ricordare la sofferenza e il pellegrinaggio nel deserto del popolo di Israele verso la terra promessa. Un ricordo che prende corpo con la capanna costruita a piazza Farnese dove in questi giorni hanno ricevuto la tradizionale benedizione turisti ebrei americani e russi, israeliani e finlandesi.

Il movimento ebraico internazionale Chabad Lubavitch ha organizzato a piazza Farnese, per la seconda volta a Roma, la capanna “Succà della Pace”. Il messaggio di pace è stato promosso con il patrocinio della presidenza del Consiglio dei ministri e del Comune di Roma. «Ad agosto il presidente Berlusconi ci ha accordato personalmente il patrocinio, testimoniato dal sottosegretario Gianni Letta», commenta il rabbino Yitzhak Hazan, direttore del movimento Chabad Lubavitch a Roma, che ieri mattina che ha inaugurato la capanna con alcune benedizioni. Alla manifestazione hanno partecipato il sottosegretario l’ambasciatore di Israele Ghideon Meir, il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini e il presidente della Regione Lazio Renata Polverini. Ognuno degli invitati ha salutato i presenti con dei brevi interventi ricordando l’importanza del messaggio di pace trasmesso dalla manifestazione alla quale hanno partecipato anche rappresentanti del sindaco Alemanno e del consiglio comunale.
«Piazza Farnese è una piazza importante e che non crea troppi problemi di sicurezza per noi e nemmeno alla vita quotidiana dei romani. Ormai è diventata la nostra piazza - continua il rabbino Yitzhak Hazan - dove il movimento ebraico più grande del mondo, con oltre tremila sedi, porta un messaggio universale di pace. Non dipendiamo dalla Comunità ebraica romana perché siamo un organismo internazionale, collaboriamo con tutti ma siamo indipendenti». Chabad Lubavitch ha a Roma sedi a Monteverde, viale Libia, piazza Bologna e un centro giovanile a San Lorenzo.
La festa di Sukkot (che si concluderà domani) si sta svolgendo in questi giorni naturalmente anche nelle capanne erette nel giardino del Tempio Maggiore e in altre sinagoghe cittadine, a cura della Comunità romana, rispettando la tradizione ebraica. La festa di Sukkot ricorda la vita del popolo di Israele nel deserto durante il loro viaggio verso la terra promessa, la terra di Israele. Durante il loro pellegrinaggio nel deserto gli ebrei vivevano in capanne (sukkot, appunto). La Torah ordina agli ebrei di utilizzare per la celebrazione della festa, quattro specie di vegetali: il lulav, (un ramo di palma), l’etrog (un cedro), un ramo di mirto ed un ramo di salice. Il cedro viene impugnato separatamente dai rami che invece sono legati assieme.
M.Gi.

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Pubblicato martedì 28 settembre 2010 alle 08:33:23

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