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La libertà di educazione in discussione in Svezia.

Lorenza Cordovani

SVEZIA - Un "no" secco è arrivato dal governo svedese all'istruzione da casa dei bambini in età scolare (istruzione parentale o scuola a casa), che verrà multata 16000 corone pari a circa €1800 a settimana.

Ad affrontare questa situazione si sono trovati Rabbi Rav Alexander Namdar (originario di Milano) e sua moglie Leah, unica famiglia ortodossa residente a Gothenburg da 21 anni e rappresentanti del movimento Chabad, che il 26 gennaio scorso si sono visti recapitare una comunicazione dalle autorità svedesi che al momento sono state irremovibili e vogliono costringere i figli della coppia a frequentare la scuola pubblica. 

I bambini, che attualmente frequentano la scuola online per Shluchim, che conta almeno altri 500 ragazzini della loro età in tutto il mondo, sono seguiti da un insegnante privato a casa e a cinque anni già leggono in ebraico oltre parlare correntemente inglese, svedese e Yiddish.
 
Sei degli undici figli dei Namdar hanno frequentato tutti la scuola online trovandone grandi benefici sul piano culturale tanto che dopo aver frequentato le scuole superiori lavorano come educatori ed insegnanti nelle scuole ebraiche. Nel pomeriggio invece studiano a casa l'inglese, lo svedese, la matematica, la geografia, le scienze, la musica, l'arte e la ginnastica creando una base culturale di altissimo livello.
 
D'altra parte le nuove normative svedesi riguardanti la formazione scolastica per i bambini è diventata estremamente restrittiva ed è concessa solo  in alcuni casi, in cui non rientra la necessità di formare i propri figli secondo le proprie tendenze culturali e religiose. Il governo svedese tra l'altro ha emanato anche leggi assai più restrittive riguardanti il procedimento per la preparazione della carne Kosher e il rituale ebraico per la circoncisione.
 
"E' questo un test assai delicato per verificare la tolleranza svedese nei confronti della libertà religiosa in questo paese", ha detto il legale della famiglia, Richard Backenroth che sostiene l'impossibilità per i figli dei Namdar di frequentare la scuola pubblica per la mancanza dei requisiti per così dire "religiosi". Tra l'altro le scuole pubbliche svedesi sono tristemente note per fenomeni di bullismo che sicuramente prenderebbero di mira i piccoli Namdar proprio per la loro fede ebraica.
 
 Nessuno vuole parlare di antisemitismo, anche se il governo svedese sembra non voler affrontare in modo ufficiale il problema. Infatti in questi ultimi tempi fenomeni in questo senso si stanno verificando anche a Malmo dove sono accaduti degli attentati con bombe carta alla sinagoga e rischiano di mettere in fuga la comunità ebraica residente. 
 
 Chi conosce i Namdar è comunque assolutamente certo che i loro figli non abbiano bisogno di andare alla scuola pubblica essendo assai più preparati dei loro coetanei. Attivisti politici sostengono che quelle leggi erano applicate agli immigranti perché il governo temeva che rimanessero analfabeti. " Ma questo non è applicabile ai Namdar visto, che come dice lui steso, "la cultura e l'istruzione è per noi una priorità"per aiutare la continuazione della liberta di educazione in Svezia si può fare donazioni a Chabad Svezia”. Per aiutare la continuazione della liberta di educazione in Svezia si può fare donazioni a Chabad Svezia”.
 
Per aiutare la continuazione della libertà di istruzione in Svezia è possibile fare delel donazioni a Chabad Svezia cliccando il seguente link e seguendo le istruzioni.

Pubblicato giovedì 2 febbraio 2012 alle 11:32:26

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